Sono state alcune delle immagini della Terra Santa che più hanno colpito il mondo intero negli ultimi mesi: i Santuari che fanno memoria della vita di Gesù completamente vuoti. Per chi presta il proprio servizio al loro interno è una situazione mai vissuta prima, che però apre anche a nuove opportunità. Su come vivere e mantenere vivi i Santuari al tempo del Covid si sono confrontati a Nazareth Santuaristi e sagrestani della Custodia.
Fr. FRANCESCO PATTON, ofm
Custode di Terra Santa
“In assenza dei pellegrini occorre che siamo noi quelli che si fanno pellegrini a nome di tutta l’umanità, dato che siamo una fraternità internazionale. Alla luce di quello che il Papa ci ha detto nella sua ultima enciclica, “Fratelli Tutti”: bisogna cioè prepararsi coltivando sempre di più quell’atteggiamento di accoglienza verso tutti, a partire dai fedeli locali, con un’apertura certamente verso i pellegrini ma anche verso i fedeli di altre religioni che visitano i nostri santuari.”
Dopo aver richiamato il mandato originario che la Chiesa ha conferito ai francescani, nella sua relazione introduttiva Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa, ha indicato alcune linee- guida in tempo di pandemia: continuare a vivere e a celebrare nei santuari pregando per tutta l’umanità, sobrietà vista la particolare situazione economica e attenzione alle strutture attraverso la manutenzione, che in questo periodo è perfino più facile. Curando allo stesso tempo la conoscenza del Santuario e la formazione personale (dal canto alle lingue), per essere cosí in grado di tornare ad accogliere al meglio i pellegrini.
Fr. FRANCESCO PATTON, ofm
Custode di Terra Santa
“Realisticamente non pensiamo che ci saranno pellegrini prima di Pasqua, li aspettiamo per il secondo semestre del 2021, però dobbiamo essere pronti per accoglierli.”
“Gli incontri per i sagrestani e i Santuaristi della Custodia erano già previsti all’interno dei percorsi di Formazione Permanente a loro dedicati – spiega Fr. Marcelo Ariel Cichinelli, che la coordina – La situazione particolare in cui ci troviamo ha favorito la loro partecipazione, visto che riescono ad allontanarsi con più facilità dai santuari per curare la propria formazione”.
Fr. JOSÉ MARIA FALO, ofm
Superiore convento Campo dei Pastori – Betlemme
Noi come comunità – adesso siamo tre frati nella nostra fraternità – in questo periodo viviamo una preghiera più intensa, e soprattutto in molti ci chiedono di pregare per le necessità delle loro famiglie: ogni giorno arrivano tante richieste di preghiera, e nelle nostre intenzioni ci sono tutte queste persone.
Fr. SERGIO OLMEDO, ofm
Guida di pellegrini – Custodia Terra Santa
“Questo periodo di pandemia, che si sta allungando cosí tanto, in qualche modo ci sta aiutando a comprendere meglio la nostra missione come frati minori, come uomini consacrati dedicati alla vita di Cristo Gesù vissuta in queste terre, per viverla noi stessi e per poi condividerla anche con gli altri. Perchè la cosa più importante per un Santuarista o per una guida di pellegrini è riuscire a far sí che il pellegrino che viene in Terra Santa viva l’esperienza – di una settimana o di qualche giorno – che il frate sta vivendo in quel luogo da tempo”.