La Custodia di Terra Santa celebra ogni 13 giugno la festa di Sant’Antonio da Padova, Santo Patrono della Terra Santa dal 1920.
Tutti conoscono Sant’Antonio come il Santo dei Miracoli, vicino alla gente e soprattutto ai poveri e bisognosi ma non tutti sanno che il giovane santo portoghese (era nato a Lisbona) ha avuto l’occasione di incontrare San Francesco d’Assisi e di iniziare con lui una corrispondenza epistolare.
Il primo incontro tra Francesco e Antonio
Francesco e Antonio si incontrarono la prima volta il 30 maggio del 1221, in occasione della grande assemblea del Capitolo delle Stuoie. Ogni anni Francesco radunava i suoi frati presso la Porziuncola, nei pressi di Assisi, per discutere la Regola di vita e ritrovare nuovo fervore.
Antonio, diventato frate francescano da meno di un’anno, aveva provato ad andare come missionario dal Portogallo in Marocco ma una tempesta lo fece naufragare in Sicilia. Qui, essendo troppo debole per imbarcarsi a causa di una malattia contratta nel viaggio, fu invitato dai frati di Messina a recarsi in Umbria al Capitolo della Stuoie.
Non sappiamo se Francesco e Antonio abbiamo parlato in quella occasione ma le parole di Francesco accesero un fuoco nell’animo di Antonio che non si spense mai più. L’eloquenza e la saggezza di Antonio furono però ben preso conosciute da Francesco, il quale tra la fine del 1223 e l’inizio del 1224 iniziò una corrispondenza epistolare con il giovane frate portoghese.
Sant’Antonio teologo e vescovo dell’ordine francescano
San Francesco, vincendo la sua diffidenza verso gli studi teologici. trovò in Antonio il teologo adatto a parlare della povertà degli uomini davanti a Dio. Francesco in una lettera scrisse: “Al fratello Antonio, mio vescovo, frate Francesco augura salute. Ho piacere che tu insegni sacra teologia ai nostri fratelli, purché mentre ti dedichi a questo studio non venga meno in te lo spirito della preghiera e dell’orazione, come è scritto nella Regola”.
Il giovane frate portoghese viene così nominato ufficialmente teologo e “vescovo”, in quanto chiamato a svolgere le funzioni episcopali di maestro del popolo di Dio. Antonio è autorizzato ad insegnare la teologia ai frati, senza dimenticare l’umiltà, la povertà e la forza della preghiera.
Antonio e Francesco, pur avendo origini e temperamenti profondamente diversi, si fanno interpreti, ognuno secondo le proprie capacità e la propria vita dei principi fondamentali del francescanesimo: l’amore gioioso per la povertà, la dedizione verso i poveri, l’impegno missionario.